21 settembre 2017

Ryanair, perché dovrebbe risarcire anche gli enti locali

Di Maria Enrica Rubino

Non solo i 315 mila passeggeri che hanno visto la cancellazione del proprio viaggio aereo dalla compagnia Ryanair, per oltre 2.100 collegamenti soppressi dal 18 settembre fino al 28 ottobre. A risentire della situazione di disagi causata dall’annullamento dei voli da parte della prima compagnia aerea low cost sarebbero anche gli Enti locali: Regioni, Comuni e società aeroportuali partecipate che negli ultimi anni hanno garantito alla compagnia interventi finanziari pubblici utili al mantenimento o potenziamento della operatività della stessa presso diversi scali italiani.


A sollevare la questione è un gruppo di 25 senatori del PD, che ha presentato al governo la richiesta di un’interrogazione urgente, a prima firma del Senatore Daniele Borioli, per discutere e valutare i danni economici e di immagine causati dalla compagnia aerea agli Enti locali. 
«L’interrogazione ha lo scopo di individuare, in seguito alla crisi che si è determinata, quali sono i casi in cui Ryanair ha insediato rotte nei vari aeroporti italiani, che ora sono oggetto di soppressione, a valere anche su risorse messe a disposizione dal sistema locale: vale a dire le società di gestione dell’aeroporto, che però molto spesso sono partecipate dagli Enti locali, oppure direttamente dagli stessi nelle forme del co-marketing. Ci sono realtà in cui Ryanair ha insediato presso gli scali italiani le proprie rotte, non solo in corrispondenza di logiche di mercato, ma per battere cassa in modo pesante agli enti locali». Con queste parole il Senatore Borioli spiega a ‘Orientamenti Amministrativi’ le ragioni della sua richiesta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e al Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.

«Negli anni passati» prosegue Borioli «c’è stata una dinamica che, credo, ci sia anche oggi, per cui Ryanair chiede cifre consistenti alle amministrazioni pubbliche per fissare delle tratte aeree. Pertanto, se vi sono casi in cui i voli soppressi vanno, di fatto, a depotenziare l’offerta di Ryanair su alcuni scali, per i quali la compagnia aveva avuto consistenti supporti in termini di contribuzione pubblica, ritengo che un chiarimento sia più che legittimo». «Infine» precisa Borioli «auspico che il Governo si faccia garante della questione, in primis per chiarire la situazione relativa ai contributi forniti dalle Regioni e dagli enti locali alla compagnia e le conseguenze che le attuali criticità della stessa comporta sulle amministrazioni locali».

Come funziona il co-marketing di Ryanair

Il co-marketing è un vero e proprio accordo di sponsorizzazione concluso tra enti pubblici e la concessionaria per la raccolta pubblicitaria di Ryanair: la ‘Airport Marketing Service Ltd’. L’accordo prevede la pubblicità, sul blog di Ryanair e su materiale divulgativo, ad aeroporti e località con l’obiettivo di incentivare il turismo e, quindi, la vendita di biglietti aerei. Alcuni contratti possono prevedere anche la vendita di banner sul sito web, piattaforma che attrae milioni di visitatori e, quindi, rappresentare una vetrina importante per gli inserzionisti.
Dunque, un potenziale guadagno per il territorio e un incremento della vendita dei biglietti, nonché un incremento del traffico aereo, che in alcuni casi garantisce la tenuta in vita di scali deserti i quali, in assenza di low cost, rischierebbero la chiusura. Al contempo, le compagnie aeree trovano il modo per fare cassa e subito. Ma quando gli investimenti (anche piuttosto consistenti) arrivano da enti pubblici bisogna poi fornire la prova della effettiva redditività dell’operazione o, quanto meno, di "rispettare gli accordi presi" ribadisce il senatore Daniele Borioli.

Il caso vedrà sicuramente molti aspetti da chiarire, causando, probabilmente, nuove turbolenze.