In questa sesta edizione del Rapporto sono indicate le “raccomandazioni” ed impegni per la tutela del Capitale Naturale che si ritiene debbano essere messi in atto con maggiore impellenza, considerata la recente introduzione dei principi inerenti la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, in quelli fondamentali nella Costituzione; della necessità di un coordinamento efficiente e di un allineamento coerente delle politiche internazionali, comunitarie e nazionali; e infine, della programmazione ed attuazione del Piano per la Transizione Ecologica, della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2030, del Piano Nazionale dei Ripristini, nell’azione di mainstreaming e di governance multilivello della Strategia Nazionale per Sviluppo Sostenibile, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, favorendo l’integrazione della sostenibilità nelle politiche di settore, come quelle agricole, forestali, energetiche e industriali.
Nel lavoro del Mase si sottolinea l’importanza della modifica costituzionale del 2022, definita una “svolta storica per l’Italia”, capace di riconoscere la tutela degli ecosistemi e della biodiversità come principio fondamentale della Repubblica. La natura diventa così elemento essenziale per garantire la salute delle cittadine e dei cittadini e per preservare i servizi fondamentali che il capitale naturale fornisce, come aria pulita, acqua potabile, suolo fertile e cibo sano.
In risposta agli impegni internazionali presi – dall’Agenda 2030 all’Accordo di Parigi, fino alla dichiarazione approvata dalla Cop 15 sulla biodiversità -, nel corso degli ultimi mesi l’Italia ha aggiornato la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, ha adottato la Strategia nazionale biodiversità 2030 e ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Strategie che si affiancano ad altri piani “chiave”, come la Strategia forestale, il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), il Piano per la transizione ecologica (Pte) e le misure previste dal Pnrr.
Nel 2023, ricorda inoltre il Rapporto, è nato il National biodiversity future center (Nbfc), una rete nazionale che riunisce università, centri di ricerca, associazioni e realtà private e sociali. Il suo obiettivo è intraprendere azioni concrete per arrestare la perdita di biodiversità, ripristinare gli ecosistemi e valorizzare il capitale naturale, contribuendo a raggiungere l’impegno europeo di proteggere almeno il 30% del territorio nazionale entro il 2030.
Il Rapporto, corredato di infografiche, fornisce strumenti per il raggiungimento di obiettivi sociali, economici e ambientali, in coerenza con la programmazione finanziaria e di bilancio, nonché con gli obiettivi per una crescita sostenibile indicati dall’Agenda 2030, con gli impegni derivanti dal Green Deal Europeo e dalle nuove Strategie Europee per la Biodiversità e Farm to Fork.
Fonte: MASE