Intervista a Giuseppe Rinaldi, Presidente Provincia Rieti. A cura di Marco Galice.
Continua il percorso di ascolto avviato da Legautonomie Lazio con i neo Presidenti delle Province: fari puntati su Giuseppe Rinaldi, Presidente della Provincia di Rieti. "La riforma delle Province è l'ennesima occasione sprecata.
Poteva e doveva essere io momento buono per riformare seriamente gli assetti istituzionali del Paese con un nuovo disegno per i Comuni, le Città Metropolitane e le nuove Province.
Non è stato così dato che l'attenzione è stata posta solo sugli squilibri finanziari, gli esuberi del personale e dei problemi legati all'impossibilità di svolgere le funzioni assegnateci dal legislatore per mancanza di risorse". Questo il duro commento del neo Presidente Rinaldi, promotore di una Provincia "al servizio soprattutto dei tanti piccoli comuni del nostro territorio, in grado di accompagnare i comuni verso le gestioni associate dei servizi e delle funzioni".
Continua il percorso di ascolto avviato da Legautonomie Lazio con i neo Presidenti delle Province: fari puntati su Giuseppe Rinaldi, Presidente della Provincia di Rieti. "La riforma delle Province è l'ennesima occasione sprecata.
Poteva e doveva essere io momento buono per riformare seriamente gli assetti istituzionali del Paese con un nuovo disegno per i Comuni, le Città Metropolitane e le nuove Province.
Non è stato così dato che l'attenzione è stata posta solo sugli squilibri finanziari, gli esuberi del personale e dei problemi legati all'impossibilità di svolgere le funzioni assegnateci dal legislatore per mancanza di risorse". Questo il duro commento del neo Presidente Rinaldi, promotore di una Provincia "al servizio soprattutto dei tanti piccoli comuni del nostro territorio, in grado di accompagnare i comuni verso le gestioni associate dei servizi e delle funzioni".
Rinaldi, come giudica
in primo luogo la trasformazione istituzionale delle Province sulla base della
Legge Delrio? Ritiene che si tratti di enti declassati, per competenze e
risorse, oppure rilanciati nelle loro funzioni amministrative?
“Giudico
la riforma un'ennesima occasione sprecata. Poteva essere veramente l'occasione
per riformare gli assetti istituzionali del Paese con un nuovo disegno per i
Comuni, le Città metropolitane e le nuove Province. Invece così non è stato. La
parte della Del Rio che trovavo più interessante, infatti, era proprio quella
legata la nuovo ruolo delle Province, come enti di area vasta a supporto dei
Comuni. La realtà però è ben diversa ed oggi ci stiamo occupando solo di
squilibri finanziari, esuberi del personale e problemi legati all'impossibilità
pratica di svolgere le funzioni assegnateci dal legislatore per mancanza di
risorse. Manutenzioni stradali che non si riescono a fare, scuole senza più
fondi per le manutenzioni: questa è, purtroppo, la realtà delle nuove
province. Ci si è illusi poi che le funzioni regionali che oggi svolgono le
province potessero essere trasferite ai Comuni oppure riconsegnate alle Regioni,
senza considerare che da anni queste funzioni sono coperte economicamente dalle
Regioni solo in minima parte. Il resto della spesa per queste funzioni veniva
garantito dalle Province con fondi propri. Il processo, infatti, si è fermato
proprio per questo. E non è un caso infatti che la Regione Lazio stia
prendendo tempo: il processo è molto più complesso di quello che aveva previsto
il legislatore nazionale e soprattutto non si fa senza risorse o
addirittura tagliando ulteriormente i fondi alle Province come con la legge di
stabilità 2015. Non si capisce chi e con quali soldi dovrebbe oggi svolgere
queste funzioni che, peraltro, rappresentano una parte consistente delle
attività ancora rimaste in capo alle Province. Per non parlare poi di altre
funzioni ed attività che le Province svolgevano pur non rientrando queste nelle
competenze "storiche" delle Province stesse. Per fare un esempio:
Rieti ,che è una piccola provincia, negli anni ha costruito e gestisce
importanti impianti sportivi nella città come un palazzetto dello sport, una
piscina, un pattinodromo; si occupa di supportare l'università di Rieti; ha
costruito e contribuisce economicamente alla gestione del Conservatorio
Musicale e così via. Chi e con quali risorse oggi si occuperà di tutto questo?
Mi sembra che il legislatore nazionale non abbia tenuto conto di tutto questo
scaricandone sui territori le conseguenze. A me interessa molto poco la difesa
dell'ente provincia, ma sono molto preoccupato per l'impossibilità pratica
della gestione di questi servizi e delle conseguenze che tutto ciò comporterà
per i cittadini del mio territorio”.
A suo avviso la
presenza della Città metropolitana di Roma rischia di soverchiare le altre
province del Lazio in termini di risorse finanziarie a disposizione e, soprattutto,
di peso politico all’interno della Regione?
“E' chiaro che immaginare una
Regione con una Città metropolitana come Roma capitale stravolge completamente
gli equilibri istituzionali del territorio, peraltro già in crisi proprio per
la particolarità della situazione dovuta alla presenza della capitale d'Italia.
Anche questo della Città metropolitana poteva essere un momento di condivisione
con la stessa Regione e le altre Province e città per ridisegnare l'assetto
amministrativo del territorio, tenendo conto delle sue reali esigenze. Così non
è stato, si è scelta una strada diversa, di imposizione dall'alto ed oggi
corriamo il serio rischio, anche alla luce del nuovo statuto su cui,
legittimamente, la Città metropolitana sta discutendo, che questo squilibrio
sia ancora più accentuato. Anzi il rischio che io vedo è quello che ci si debba
interrogare del senso stesso di una Regione con al suo interno una entità
amministrativa così forte come la Città metropolitana di Roma. Credo che al
termine di questo processo anche il Lazio debba essere ripensato”.
Quali sono gli
obiettivi prioritari che si pone nel suo mandato da Presidente?
“Quando, come ex consigliere
provinciale, ho accettato la proposta che molti sindaci del mio territorio mi
hanno avanzato per diventare presidente della provincia di Rieti, avevo messo
al primo posto proprio il ruolo della ‘nuova’ Provincia come ente al servizio
soprattutto dei tanti piccoli comuni del nostro territorio. Pensavo cioè
all'azione che con le competenze e professionalità a disposizione della
Provincia si poteva fare per accompagnare i comuni verso le gestioni associate
dei servizi e delle funzioni; alla Provincia come stazione appaltante, oppure
capofila per la progettazione europea e per i progetti sulle aree interne. Purtroppo,
come dicevo sopra, di tutto questo fino ad oggi siamo riusciti a parlare
pochissimo perchè siamo stati alle prese con le tante emergenze dovute ai
continui tagli subiti in questi ultimi anni, a cui si aggiungeranno quelli
della legge di stabilità 2015 (per la Provincia di Rieti - 56% !!). Le
prime settimane del mio mandato le ho trascorse, infatti, cercando di trovare
le risorse per le poter effettuare le gare d'appalto per lo sgombero della neve
nelle nostre strade di montagna (Amatrice, Leonessa e il Terminillo fra le
tante) e le risorse per le manutenzioni degli edifici scolastici”.
E’ in atto in queste
settimane un serrato confronto tra Governo e autonomie locali sui nuovi tagli
previsti dalla Legge di Stabilità: è ancora possibile a suo avviso tagliare
risorse agli enti locali? Persistono ancora sprechi, attraverso i quali
ricavare ulteriori risparmi, oppure Comuni, Province e Regioni sono ormai in
una fase di sopravvivenza?
“Credo di aver già risposto a
questa domanda e penso che, soprattutto comuni e province abbiano veramente
toccato il fondo. Non c'è dubbio però che tutto quello che è possibile fare per
razionalizzare la spesa lo stiamo facendo e continueremo su questa strada.
Importante, in quest'ottica, il processo di accorpamento di funzioni e servizi
dei piccoli comuni, per il quale, come dicevo, le province potrebbero svolgere
un ruolo importante soprattutto, come nel mio caso, dove ben 69 comuni su 73
sono al di sotto dei 5 mila abitanti e di questi moltissimi ben al di sotto
anche dei 1000 abitanti”.
Quali riforme ritiene
indispensabili per restituire funzionalità amministrativa al sistema delle
autonomie locali?
“Credo sia indispensabile ragionare di
autonomie locali non solo in ottica di spending review. D'accordo sull'esigenza
di risparmiare, ma le riforme vere hanno bisogno anche di investimenti che nel
medio periodo porteranno una maggiore efficienza nei servizi e conseguentemente
risparmi. In quest'ottica sarebbe stato meglio un disegno più organico che
avesse ricompreso anche il ruolo e le dimensioni degli assetti regionali.
Purtroppo invece negli ultimi anni si è quasi sempre affrontata la questione
delle autonomie locali da un punto di vista dei risparmi di spesa, trascurando
il fatto che le amministrazioni centrali hanno invece da sempre costituito la
parte più consistente e spesso improduttiva della spesa pubblica”.