di Maria Enrica Rubino
Il Premio letterario
nazionale ‘Salva la tua lingua locale’ per le opere in dialetto e in lingua
locale è giunto alla sua 5° edizione e si conferma tra i concorsi in lingua
locale più importanti a livello nazionale, sia per l’interesse crescente sia per la partecipazione da parte di scrittori e musicisti provenienti da
tutta Italia. Nelle precedenti
edizioni hanno partecipato oltre 1.500 autori, oltre 40 gli istituti scolastici
che hanno aderito e oltre 2.000 gli studenti che hanno presentato un proprio
elaborato sui temi legati alle tradizioni linguistiche locali e alla
salvaguardia di tale patrimonio culturale immateriale. Le opere sono selezionate e valutate da una giuria di esperti
linguisti e docenti universitari, presieduta dal Prof. Pietro Gibellini e dal
Prof. Giovanni Solimine, quest'ultimo nominato nuovo presidente onorario. Incarico precedentemente ricoperto dal Prof. Tullio De Mauro, dall'edizione 2014 del Premio fino al giorno della sua scomparsa.
Professor
Solimine, cosa pensa di questo nuovo incarico?
«Sono contento e molto grato
alle due Associazioni per la proposta, perché ritengo che Legautonomie e Unpli
siano due istituzioni che rappresentano in modo chiaro ed emblematico il
radicamento culturale nelle comunità locali e l’energia del volontariato
culturale»
Perché
le lingue locali sono importanti?
«Le lingue locali e i
dialetti sono importanti perché non sono solo l’espressione più genuina, più
immediata con cui le persone comunicano, ma sono anche il risultato della
stratificazione di secoli in cui si è evoluta la cultura locale. I dialetti sono
le lingue attraverso le quali in modo più immediato si riesce a dar voce alle
emozioni, pertanto credo che questa iniziativa sia molto importante in quanto
si propone di valorizzare e tenere in vita queste espressioni linguistiche»
Lei
ha sottolineato, in più occasioni, la volontà di una continuità con il Prof. Tullio
De Mauro nella linea data al Premio con il ruolo di presidente onorario.
Tuttavia, pensa di introdurre delle novità a partire da questa edizione?
«Sicuramente sì, ma
vorrei condividere e valutare le idee e le proposte con gli altri componenti
della giuria, nonché con l’organizzazione del Premio. Ritengo che sia
importante creare un collegamento tra il Premio e le varie iniziative sul
territorio nazionale. Mi riferisco a iniziative anche molto piccole, come
quelle legate alle biblioteche o a realtà locali: festival, iniziative
culturali, occasioni d’incontro , rassegne.. Tutte occasioni in cui trovare la
possibilità di difendere, valorizzare e garantire continuità alle lingue
locali. Credo che sia interesse comune trovare una serie di iniziative che,
durante l’arco dell’anno, possano tenere in vita le lingue locali»
A
suo avviso, l’avanzamento linguistico può andare di pari passo con la
valorizzazione dei dialetti e delle lingue locali, anche tra le generazioni più
giovani?
«Credo che l’avanzamento
linguistico, quindi la necessità di portare un numero sempre maggiore di persone
a comprendere e ad esprimersi in lingua italiana, possa sicuramente andare di
pari passo con la riscoperta e la valorizzazione dei dialetti anche tra le
giovani generazioni, soprattutto per la carica di autenticità che le lingue
locali veicolano e per il legame tra queste e il patrimonio che si è
stratificato negli anni: culture, tradizioni, espressioni legate a certe
località, ai mestieri, ai cibi, alle componenti territoriali più autentiche»