Di Maria Enrica Rubino
Non solo i 315
mila passeggeri che hanno visto la cancellazione del proprio viaggio aereo
dalla compagnia Ryanair, per oltre 2.100
collegamenti soppressi dal 18 settembre fino al 28 ottobre. A risentire
della situazione di disagi causata dall’annullamento dei voli da parte della
prima compagnia aerea low cost sarebbero anche gli Enti locali: Regioni, Comuni e società aeroportuali partecipate che
negli ultimi anni hanno garantito alla compagnia interventi finanziari pubblici
utili al mantenimento o potenziamento della operatività della stessa presso
diversi scali italiani.
A sollevare la questione è un gruppo di 25 senatori del PD, che ha presentato
al governo la richiesta di un’interrogazione urgente, a prima firma del Senatore Daniele Borioli, per discutere
e valutare i danni economici e di immagine causati dalla compagnia aerea agli
Enti locali.
«L’interrogazione ha lo scopo di individuare, in
seguito alla crisi che si è determinata, quali sono i casi in cui Ryanair ha
insediato rotte nei vari aeroporti italiani, che ora sono oggetto di
soppressione, a valere anche su risorse messe a disposizione dal sistema
locale: vale a dire le società di gestione dell’aeroporto, che però molto
spesso sono partecipate dagli Enti locali, oppure direttamente dagli stessi
nelle forme del co-marketing. Ci
sono realtà in cui Ryanair ha insediato presso gli scali italiani le proprie rotte,
non solo in corrispondenza di logiche di mercato, ma per battere cassa in modo
pesante agli enti locali». Con queste parole il Senatore Borioli spiega a
‘Orientamenti Amministrativi’ le ragioni della sua richiesta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e al Ministro dello Sviluppo
economico, Carlo Calenda.
«Negli anni passati» prosegue Borioli «c’è stata una
dinamica che, credo, ci sia anche oggi, per cui Ryanair chiede cifre
consistenti alle amministrazioni pubbliche per fissare delle tratte aeree.
Pertanto, se vi sono casi in cui i voli soppressi vanno, di fatto, a depotenziare
l’offerta di Ryanair su alcuni scali, per i quali la compagnia aveva avuto
consistenti supporti in termini di contribuzione pubblica, ritengo che un
chiarimento sia più che legittimo». «Infine» precisa Borioli «auspico che il
Governo si faccia garante della questione, in primis per chiarire la situazione
relativa ai contributi forniti dalle Regioni e dagli enti locali alla compagnia
e le conseguenze che le attuali criticità della stessa comporta sulle
amministrazioni locali».
Come funziona il co-marketing di Ryanair
Il co-marketing è un vero e proprio accordo di
sponsorizzazione concluso tra enti pubblici e la concessionaria per la raccolta
pubblicitaria di Ryanair: la ‘Airport Marketing Service Ltd’. L’accordo prevede
la pubblicità, sul blog di Ryanair e su materiale divulgativo, ad aeroporti e
località con l’obiettivo di incentivare il turismo e, quindi, la vendita di
biglietti aerei. Alcuni contratti possono prevedere anche la vendita di banner
sul sito web, piattaforma che attrae milioni di visitatori e, quindi, rappresentare
una vetrina importante per gli inserzionisti.
Dunque, un potenziale guadagno per il territorio e
un incremento della vendita dei biglietti, nonché un incremento del traffico
aereo, che in alcuni casi garantisce la tenuta in vita di scali deserti i quali,
in assenza di low cost, rischierebbero la chiusura. Al contempo, le compagnie
aeree trovano il modo per fare cassa e subito. Ma quando gli investimenti (anche
piuttosto consistenti) arrivano da enti pubblici bisogna poi fornire la prova
della effettiva redditività dell’operazione o, quanto meno, di "rispettare gli
accordi presi" ribadisce il senatore Daniele Borioli.
Il caso vedrà sicuramente molti aspetti da chiarire,
causando, probabilmente, nuove turbolenze.