Ha superato l’ultimo scoglio, o meglio l’ultimo alla
Camera, quello del voto segreto. La riforma di legge elettorale, battezzata ‘Rosatellum’ bis (dal nome del suo ‘padre’, il deputato Pd Ettore Rosato, ndr) è passata con 375 «sì», 215 «no» nella votazione finale a
scrutinio segreto. Eppure, stando ai calcoli prospettati nei giorni scorsi dai
partiti che sostengono la legge (Pd, FI, Lega, Ap) i «sì» sarebbero dovuti
essere almeno una sessantina in più. Sta di fatto che i tanto temuti ‘franchi
tiratori’ questa volta non sono bastati ad impallinare la legge. Così, qualche
minuto prima delle 21.30, e appena dopo il discorso di Ettore Rosato, l’Aula di
Montecitorio conclude la lunga giornata di lavori di discussioni sulla legge,
passando, quindi, la palla al Senato.
Il
nuovo sistema elettorale
Il Rosatellum bis delinea un sistema elettorale misto. 231 seggi alla Camera (a cui si aggiunge
un collegio in Valle D’Aosta) e 109 seggi al Senato (a cui si aggiunge un
collegio in Valle D’Aosta e sei collegi in Trentino-Alto Adige) saranno assegnati
in collegi uninominali con formula
maggioritaria, in cui viene proclamato eletto il candidato più votato, 12 deputati e 6 senatori saranno eletti nei collegi esteri. Se più
liste sono collegate in una coalizione a un medesimo candidato uninominale e l’elettore
vota solo il candidato nel collegio, i voti così espressi saranno attribuiti
pro quota tra le liste proporzionali secondo le opzioni già espresse dagli
altri elettori. Le coalizioni dovranno essere omogenee sul piano nazionale.
I restanti 386 seggi alla Camera saranno attribuiti in
collegi plurinominali con formula
proporzionale, utilizzando il metodo del quoziente: gli sbarramenti sono del
10% per le coalizioni e del 3% per le liste, nonché del 20% regionale (o 2
collegi vinti) per le liste delle minoranze linguistiche. Stessa formula al
Senato: i restanti 193 senatori saranno eletti con la proporzionale.
Per fare un esempio: se 9 elettori votano solo il
candidato e ci sono 2 liste collegate, di cui la prima con il doppio dei voti
della seconda, 6 voti si spalmano sulla prima e 3 sulla seconda.
Alla Camera il territorio nazionale è ripartito in
28 circoscrizioni, per alcune delle quali il territorio coincide con quello
dell’intera regione, mentre per altre il territorio regionale è ripartito in
più circoscrizioni. Ciascuna circoscrizione è suddivisa in collegi uninominali
e in uno o più collegi plurinominali. I 231
collegi uninominali del territorio nazionale sono ripartiti in ciascuna
circoscrizione sulla base della popolazione. Sia i collegi uninominali sia
quelli plurinominali verranno designati entro 30 giorni dall’entrata in vigore
della legge, previo parere parlamentare, con delega legislativa.
Per l'assegnazione dei restanti seggi, con metodo proporzionale, ciascuna circoscrizione è ripartita in collegi plurinomiali. Per il rinnovo del Senato ci saranno 20 circoscrizioni corrispondenti al territorio di ciascuna regione. Ciascuna circoscrizione regionale è suddivisa in collegi uninominali e in uno o più collegi plurinominali. Per l'esattezza, i 109 collegi uninominali del territorio nazionale sono ripartiti in ciascuna circoscrizione sulla base della popolazione. Anche per la determinazione dei collegi uninominali e di quelli plurinominali, bisognerà attendere la delega legislativa da attuare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge.