Di Maria Enrica Rubino
Sta per prendere il via la due giorni “Energia
locale. Per amministrare il futuro”, l’assemblea nazionale che vedrà la partecipazione
di tutti gli amministratori locali del Pd.
In viaggio verso Torino anche il Sindaco di Vicenza
e Presidente dell’Unione delle Province Italiane, Achille Variati, tra gli
amministratori partecipanti all’Assemblea.
Cosa
sono le Province oggi?
«L’Ente intermedio confermato in Costituzione che ha
un ruolo molto importante: rappresentare quello che io chiamo la “casa dei
Comuni”, ovvero in luogo in cui i Comuni si confrontano e gestiscono insieme
problematiche di area vasta: strade, scuole, ambiente e tute le funzioni che le
Regioni delegano a questo ente intermedio. Sarebbe stato un errore cancellarle»
E
dopo la recente Legge di Bilancio?
«Anche con l’ultima legge di Bilancio è stato
confermato un finanziamento importante per le Province , dopo una serie di tagli
‘irragionevoli’, mettendo in crisi servizi essenziali ai cittadini. Le parlo
della manutenzione di 130 mila chilometri di strade provinciali, 5.200 plessi
scolastici, dove studiano 2 milioni e mezzo di studenti del nostro Paese».
Nel
rapporto tra Comuni e Regioni, qual è il ruolo delle Province?
«Basti pensare al fatto che molte Regioni delegano
materie urbanistiche, ovviamente normalmente i servizi che l’ente intermedio
presta ai Comuni hanno delle risposte anche in termini di tempi, molto più
efficienti rispetto ai tempi della burocrazia regionale. È auspicabile che
buona parte del potere amministrativo stia giù, d’altra parte il ruolo
fondamentale delle Province non è quello di gestire il potere amministrativo,
ma di fare legislazione, coordinamento e programmazione. Pertanto, le Province
non dovrebbero avere quasi nessuna competenza amministrativa».
Come
vede il futuro delle Province?
«Lo vedo bene perché c’è una nuova consapevolezza,
vi è stata anche una semplificazione per cui non sono più un tabù. Anche la
stesa riforma costituzionale di Matteo Renzi le toglieva come organo
costituzionale, ma faceva nascere le c.d. aree vaste, quindi, in realtà non le
eliminava del tutto. Forse, però, è meglio lasciarle per quelle che sono. In
uno Stato giovane come il nostro le Province sono elementi identitari in cui
ogni italiano si riconosce».
Pensa
che l’elezione degli organi di rappresentanza debba continuare ad essere
indiretta come previsto
nella Delrio?
«Qui vi è un dibattito aperto, specie nel momento in
cui verrà tagliata la Delrio. La tesi che noi amministratori del Pd portiamo
avanti è quella di mantenere l’elezione indiretta della Provincia,
confermandola in quella espressione a cui accennavo prima, ovvero la ‘casa dei
Comuni’. Dunque organi eletti dagli amministratori locali e fatti di
amministratori locali. Questo dibattito apparterrà al Parlamento che verrà».