Di
Maria Enrica Rubino
Un Presidente della Repubblica italiana eletto a
suffragio universale diretto e che abbia un’età minima di 25 anni?
Un vero e proprio stravolgimento potrebbe interessare
la modalità di elezione della prima carica dello Stato italiano. L’idea è stata
inserita nella proposta di legge costituzionale, n. 224, presentata il 23 marzo
2018 alla Camera dei deputati d’iniziativa dei deputati Stefano Ceccanti, Marco Di Maio, Quartapelle Procopio,
Andrea Romano, Ungaro.
All’articolo 2 della pdl viene completamente
stravolto l’art. 83 della Costituzione e riscritto in questo modo: «Il
Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale e diretto», quindi
non più «dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri». I relatori
definiscono poi le modalità di elezione del Presidente, apportando modifiche
anche all’art. 84 della Costituzione. La grande novità sarebbe che ad essere
eletto potrebbe essere, stando alla pdl, «ogni cittadino che abbia compiuto
venticinque anni di età e che goda dei diritti civili e politici». Non vengono specificati ulteriori requisiti di
cui il candidato deve essere in possesso, compresa un’eventuale esperienza
amministrativa pregressa. Mentre viene puntualizzata l’incompatibilità con «qualsiasi
altra carica, ufficio e attività pubblica o privata». Inoltre, il mandato
avrebbe una durata di cinque anni con la possibilità di essere rieletto una
sola volta.
Ad indire l’elezione del Presidente della Repubblica
(come scritto nell’art. 4. che riscrive l’art. 85 della Costituzione) sarebbe
il Presidente della Camera dei deputati il novantesimo giorno precedente la
scadenza del mandato del Presidente della Repubblica. Elezione che deve aver
luogo non meno di venti giorni e non più di trentacinque giorni prima della
scadenza.
La proposta di legge pare chiaramente ispirarsi al
modello francese nella sua integralità, sia per il sistema elettorale sia per
la forma di governo.
"Per far funzionare il sistema" - spiega a 'Orientamenti Amministrativi' Stefano Ceccanti, deputato e primo firmatario della pdl - "in Italia occorre che vi sia un ruolo forte del premier oppure del Presidente della Repubblica". E relativamente all'età minima di 25 anni risponde: "se è un governante e non un garante è giusto che l'età sia più bassa".
Ma non solo, all’articolo 1 della stessa proposta di
legge, i deputati firmatari inseriscono anche la proposta di adeguamento dell’elettorato
attivo e passivo del Senato a quello della Camera, senza apportare alcuna
modifica, tuttavia, al bicameralismo paritario. Infatti, la riforma di quest’ultimo
(come si legge nella prefazione della pdl 224) «andrebbe ripensata in un
progetto a parte con un diverso Senato federale rispetto a quello non approvato
dal referendum costituzionale» (del 4 dicembre 2016, ndr).
Foto: Presidenza della Repubblica
Pubblicato il 20.05.2018 ore 15:42
Pubblicato il 20.05.2018 ore 15:42