Nicola Zingaretti, neo Presidente della Regione Lazio, definisci gli obiettivi dei primi 100 giorni di Governo dopo gli scandali della precedente giunta regionale e la chiara richiesta di trasparenza e legalità lanciata dalle urne elettorali.
Presidente Zingaretti, quali sono gli obiettivi che si pone nei primi 100 giorni di Governo?
“Ridare
dignità ed un governo credibile alla Regione, è questo l’obiettivo da
perseguire. Trasparenza e partecipazione saranno le parole d’ordine che
segneranno un cambiamento importante con una legge dedicata per avviare un profondo
processo di rinnovamento. Confermo l’obiettivo di procedere a una razionalizzazione
e riorganizzazione delle società, delle agenzie e degli enti regionali, con un
netto taglio dei Cda, perché tornino ad essere strumenti di innovazione e non
semplici centri di spesa esterni all’amministrazione. La Regione deve diventare
una casa di vetro. I primi 100 giorni saranno molto importante per impostare un
lavoro che deve andare in profondità. Ci
sono temi delicati che non possono più aspettare come la sanità, un nuovo piano
regionale sui rifiuti, i testi unici sulla sicurezza, sull’urbanistica, sul
commercio. E c’è l’emergenza della crisi economica, su cui vogliamo dare
segnali immediati”.
Dopo
gli scandali della Giunta Polverini dalle urne regionali è uscita una chiara
richiesta di trasparenza e legalità, come dimostra il consenso ottenuto anche
dal Movimento Cinque Stelle. Con quali atti concreti intende rispondere a
queste istanze di lotta agli sprechi e di tagli ai privilegi?
“La sfida del buon governo sarà
raccolta a partire da una profonda revisione della spesa della Regione, del suo
corpo amministrativo e delle regole di funzionamento degli uffici. Siamo in un
momento molto difficile per tutto il Paese. È necessario avere coscienza di
questo e misurarsi anche con una richiesta di sobrietà e responsabilità che
investe la politica. Per prima cosa basta con il cumulo delle indennità, poi ci
sarà un’applicazione rigorosa della legge con una riduzione per gli stipendi
dei consiglieri, degli assessori anche per il mio. Il tema chiave è aprire le
porte della Regione al controllo dei cittadini. Open Data, Open Sanità, Open
Bilancio: su questo abbiamo assunto un impegno chiaro, e vogliamo andare fino
in fondo. Così come sulla definizione di nuove modalità di consultazione
pubblica sulle principali leggi e sugli indirizzi di governo. Daremo pubblicità
a tutti gli atti, le prestazioni, i risultati, i profili professionali e le
relative retribuzioni. Pubblicheremo on line i verbali dei Consigli di
amministrazione delle società. Attiveremo il Portale OpenLazio, potenziando gli
attuali strumenti, per distribuire e rendere pienamente utilizzabili i dati
digitali ‘liberati’ dalla Regione. Sosterremo in ogni ambito l’utilizzo di
software libero e open source”.
Lotta agli sprechi e ai privilegi,riduzione delle indennità, trasparenza, gestione dei rifiuti, spending review, Consiglio delle autonomie locali, processi partecipativi, deleghe di gestione ai Comuni: il neo Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti affronta a viso aperto i temi più caldi e dirimenti della sua agenda politica in questa incalzante intervista concessa ad “Orientamenti amministrativi” all’indomani della sua elezione.
Tra
le questioni più dirimenti che la sua Giunta si troverà ad affrontare c'è
sicuramente quella dei rifiuti, con la patata bollente di Malagrotta, e non
solo, che incombe. Come intende operare in quest'ambito? Il 70% di raccolta
differenziata è un obiettivo veramente realizzabile nel Lazio?
“Io sono convinto che
possiamo fare molto. Dare vita anche nel Lazio a una nuova gestione del
rifiuti. Vogliamo che questa terra non
sia più additata a caso europeo e sottoposta a procedure sanzionatorie, ma
diventi un modello al quale guardare per la diffusione della raccolta
differenziata, per la qualità e la sicurezza degli impianti, e per l’avvio di
quella filiera industriale del riuso e del riciclo capace di trasformare i
rifiuti in risorsa. Una migliore
cooperazione tra tutti gli operatori del mercato, processi di raccolta
perfezionati, un quadro normativo adeguato, incentivi per la prevenzione e il
riciclo dei rifiuti, sono interventi necessari per cominciare a risolvere il
problema. Noi faremo per intero la
nostra parte, nell’ambito delle nostre competenze, poi spetterà alle Province e
ai Comuni, in particolare il Comune di Roma, fare la propria.
Capitolo
spending review. L'abolizione delle Province è stata per ora accantonata, ma
qual è l'assetto istituzionale che la Regione Lazio deve a suo avviso
perseguire?
“Siamo dentro un processo di
innovazione della governance pubblica che, forse, è proceduto troppo a strappi,
ma, di sicuro, quello che non possiamo permetterci è la confusione,
l’immobilismo, la difesa di rendite di posizione o l’assenza di indirizzi che
sembra regnare dopo la crisi di governo che si è determinata nel nostro Paese.
Anche per questo, mi incontrerò al più presto con il Sindaco di Roma Capitale,
così come i presidenti e i commissari di tutte le Province, per verificare la
possibilità di rilanciare e chiarificare il processo riformatore che si è arenato
negli ultimi mesi e affrontare i molti temi di governo comuni. Per provare a
costruire, insieme al Consiglio, una proposta organica di riforma degli assetti
istituzionali, sapendo che su questo pesa l’incertezza del governo nazionale,
che ha iniziato un processo di riforma e lo ha lasciato a metà”.
Il
rapporto tra Regione e rappresentanza delle autonomie locali ha subito durante
la Giunta Polverini una fase di stallo. Ritiene che vada recuperato il ruolo
del CAL? Quale invece il ruolo che l’associazionismo deve svolgere nei processi
decisionali sul sistema delle autonomie locali?
“Procederemo
ad una riorganizzazione complessiva di tutta la macchina amministrativa
regionale, anche dei meccanismi di partecipazione dei cittadini, delle rappresentanze
e degli enti territoriali. L’amministrazione precedente è stata caratterizzata
da un’assoluta chiusura come dimostra il mancato coinvolgimento dei territori
da tutte le scelte che contano. Questo atteggiamento va ribaltato facendo
sempre attenzione a valorizzare le best practice, cancellando gli sprechi e
ridistribuendo i modo corretto le risorse”.
Il
sistema delle autonomie locali, in particolare i piccoli Comuni, sembra ormai
al collasso, obbligato quasi ad un compito di ordinaria amministrazione per
l'assoluta scarsità di risorse. Attraverso quali politiche pensa sia possibile
restituire potere di programmazione e opportunità di sviluppo ai Comuni del
Lazio?
“È
indubbio che non può sopravvivere un modello lento e farraginoso di gestione
dei Comuni che è la realtà per molte zone, questo può derivare certo dalla
mancanza di risorse, ma anche da una macchina amministrativa che va riformata. Vogliamo cambiare il rapporto della
Regione con gli altri enti locali su un principio fondamentale: più collaborazione
e meno conflittualità. Una Regione che non ha paura di delegare ad altri
compiti di gestione e risorse, perché garantita dal rafforzamento della sua
capacità di guida, pianificazione, programmazione e indirizzo legislativo”.