3 gennaio 2015

I nuovo appalti: la riforma del codice è in corso

di Paola Pellegrino.


Sono in corso al Senato, in Commissione lavori pubblici, le audizioni sul disegno di legge di Delega al Governo per l'attuazione della direttiva 2014/23/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione , della direttiva 2014/24/UE - sugli appalti pubblici - e della direttiva 2014/25/UE -sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori speciali (acqua, energia, trasporti e servizi postali),
che dovranno essere recepite entro il 17 aprile 2016. Nell’attesa di analizzare il testo ufficiale, le indiscrezioni raccontano di una proposta di legge che lascia più spazio alle Pmi e, nelle intenzioni, meno alla burocrazia.

La nuova disciplina degli appalti pubblici potrà contare su 200 articoli, un terzo dell'attuale: saranno infatti cancellate le centinaia di articoli dell’attuale codice degli appalti e del suo regolamento e «armonizzata» la legge obiettivo sulle grandi infrastrutture strategiche alle regole generali sugli appalti. Le nuove regole conterranno una rivoluzione radicale per il settore: un paletto generale di concorrenza con "gare sempre" per appalti e concessioni «salvo casi espressamente previsti» per stroncare la selva delle deroghe, una razionalizzazione e una «centralizzazione» delle stazioni appaltanti, un «miglioramento delle condizioni di accesso al mercato degli appalti e delle concessione pubbliche» per le Pmi, «una riduzione degli oneri documentali» a carico dei soggetti partecipanti alle gare, una «revisione» delle Soa e del sistema di qualificazione, l'introduzione del débat public alla francese per la consultazione dei cittadini e del territorio sui progetti (che tuttavia sembrava non essere più tra i principi ispiratori della proposta avanzata dal Governo), un rafforzamento del dialogo competitivo precedente alla fase della gara con la partecipazione dei «portati qualificati di interessi», l'introduzione di metodi di risoluzione delle controversie alternative al rimedio giurisdizionale anche per la fase della gara e dell'aggiudicazione, strumenti finanziari innovativi e incentivi per il project financing e per la partecipazione dei capitali privati.

Che un intervento complessivo di riordino della disciplina fosse indispensabile era evidente dall’analisi dei continui interventi: oltre trenta le correzioni e gli aggiustamenti al codice nel corso del 2014, dopo le oltre 100 modifiche contate durante il governo Monti. L’esigenza di semplificare l’attuale sistema degli appalti e di definirlo quanto più chiaramente possibile, è sentita in particolare anche dal Presidente ANAC Raffaele Cantone, che in molteplici occasioni non ha tralasciato di sottolineare quanto un buon Codice degli appalti sia uno strumento indispensabile per la lotta alla corruzione. Si attende la risposta del legislatore, che accanto alla necessaria celerità di approvazione, dovrà fare i conti con le richieste di modifica e integrazione del testo base. Molti i richiami che provengono da più parti e che anche se su posizioni differenti, guardano con interesse alla opportunità di inserire alcune disposizioni relative al rating di legalità delle imprese in un’ottica di premialità per la qualificazione delle imprese, alla necessità di qualificare e ridurre le migliaia di stazioni appaltanti (più di 30 mila) e sull’opportunità di ripensare il meccanismo di nomina delle Commissioni di gara, immaginandole ad esempio, come indipendenti rispetto all’amministrazione aggiudicatrice. Considerata la notevole rilevanza della materia ed il significativo impatto che la riforma avrà sul settore, i principali operatori, pubblici e privati, saranno chiamati a svolgere nei prossimi mesi un ruolo proposito cruciale nelle apposite consultazioni preliminari alla redazione dello schema di decreto legislativo. Il processo legislativo sarà ricco e interessante.