4 luglio 2015

La Regione sta guarendo dalla sua malattia

Intervista ad Alessandra Sartore, Assessore Regione Lazio. A cura di Marco Galice. 

Rinegoziazione dei mutui, razionalizzazione delle società, piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare: Alessandra Sartore, Assessore Politiche del Bilancio Patrimonio e Demanio della Regione Lazio, spiega e analizza le azioni operate dalla Giunta Zingaretti per razionalizzare le risorse regionali.
 “Non posso dirle che la Regione goda di ottima salute, ma sicuramente posso affermare che stiamo mettendo in campo tutte le azioni per riprenderci dai vecchi malanni” sostiene la Sartore parlando dello stato di salute economica della Regione Lazio. "La Regione era un malato terminale o tecnicamente in default, come ha sottolineato la Corte dei Conti in sede di parifica del conto consuntivo relativo al 2012, adesso ci siamo rimessi in piedi e il rischio di default è senz’altro scongiurato. La cura che abbiamo messo in campo per guarire dalla principale malattia, il fardello dei debiti pregressi che pesavano per oltre 12 miliardi, è stata un’iniezione di liquidità per 8,7 miliardi di euro grazie all’adesione al Dl35 e al Dl66. Questo ci ha consentito di dare ossigeno alle imprese e agli enti locali, per troppo tempo penalizzati dai mancati trasferimenti". 


Assessore Sartore, anche la Regione Lazio ha provveduto nei giorni scorsi alla rinegoziazione dei mutui. Può illustrarci nel merito questa importante operazione, quantificando i risparmi che sono scaturiti per le casse della Regione?
Per la Regione Lazio il percorso di ristrutturazione del debito è cominciato già lo scorso anno quando, cogliendo le opportunità del decreto 66 del 2014, abbiamo rinegoziato i mutui contratti nei confronti del MEF ottenendo così una riduzione degli oneri finanziari di 90,5 milioni di euro a partire da quest’anno. L’operazione conclusa poche settimane fa con Cassa Depositi e Prestiti e autorizzata con la legge regionale 12 del 2014 ha lo stesso obiettivo e cioè rinegoziare i mutui concessi da CDP applicando tassi d’interesse più vantaggiosi. In questo modo, puntiamo a un nuovo risparmio annuo di oltre 20 milioni fino alla scadenza del mutuo trentennale. Sono stati inoltre oggetto di rinegoziazione anche mutui concessi agli enti locali da Cassa depositi e prestiti e assistiti integralmente da contribuzione regionale, con benefici per 2 milioni di euro l’anno. Sono operazioni nelle quali crediamo molto perché consentono di economizzare risorse in più da destinare all’attuazione di politiche sociali e per lo sviluppo. Stiamo mettendo in campo tutte le misure possibili per riqualificare la spesa e produrre risparmi.

Sempre in ambito di riequilibrio dei conti il suo Assessorato ha varato un altro significativo provvedimento, con il Piano di razionalizzazione delle società. Che cosa prevede nel dettaglio?
Sì, attenendoci a quanto previsto dalla legge di stabilità nazionale, abbiamo avviato un ulteriore processo di riordino delle partecipazioni societarie che possediamo sia direttamente che indirettamente. E’ uno stimolo in più per la nostra Regione che ha già completato importanti processi di accorpamento, fusione o eliminazione di società che in molti casi si occupavano di attuare politiche analoghe. Penso in particolare all’aggregazione delle sei società che si occupavano dello sviluppo economico in un’unica sola, Lazio Innova. Con il Piano di razionalizzazione proseguiamo il lavoro intrapreso e puntiamo, con un cronoprogramma serrato, a semplificare la galassia delle società regionali passando dalle attuali trentacinque a sei partecipazioni dirette, di cui quattro avranno un ruolo strategico nei settori del trasporto pubblico, della mobilità, dello sviluppo economico e dei sistemi informativi e funzioni amministrative. Un sistema più snello che produrrà risparmi e maggiore efficienza.

Più in generale, qual è l’attuale stato di salute economica della Regione?
Beh, parlando di salute della nostra economia, possiamo dire che se nel 2013, all’insediamento di questa Giunta, la Regione era un malato terminale o “tecnicamente in default”, come ha sottolineato la Corte dei Conti in sede di parifica del conto consuntivo relativo al 2012, adesso ci siamo rimessi in piedi e il rischio di default è senz’altro scongiurato. La cura che abbiamo messo in campo per guarire dalla principale malattia, il fardello dei debiti pregressi che pesavano per oltre 12 miliardi, è stata un’iniezione di liquidità per 8,7 miliardi di euro grazie all’adesione al Dl35 e al Dl66. Questo ci ha consentito di dare ossigeno alle imprese e agli enti locali, per troppo tempo penalizzati dai mancati trasferimenti. Lo stock di debito, oggi, si è dimezzato e i tempi di attesa per i pagamenti si sono accorciati di molto. La Regione salda i fornitori nel settore sanitario entro 60 giorni e quelli del settore non sanitario entro l’anno (in passato l’attesa era di 1000 giorni!). Abbiamo pagato il più possibile e saldato tutti i debiti fino al 2013. Stiamo cercando di comprimere gli sprechi, razionalizzando le società regionali, riducendo i membri degli organi direttivi, valorizzando e mettendo a reddito il nostro patrimonio immobiliare. Ecco, non posso dirle che la Regione goda di ottima salute, ma sicuramente posso affermare che stiamo mettendo in campo tutte le azioni per riprenderci dai vecchi malanni. Anche per quanto riguarda la sanità, abbiamo dimezzato il disavanzo che adesso è di 345 milioni e vediamo più vicina l’uscita dal commissariamento.

Tra le operazioni più interessanti su cui sta investendo come Assessore figura senz’altro il Piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare e anche la riqualificazione delle case cantoniere. Possiamo fare il punto di questa e di altre iniziative previste per quanto riguarda il Patrimonio e il Demanio?
Sì, anche sul versante Patrimonio e Demanio abbiamo compiuto degli importanti passi in avanti. Per la prima volta, la Regione Lazio è riuscita a classificare tutto il patrimonio immobiliare composto da immobili di ogni genere, palazzi storici, terreni e anche case cantoniere ex Anas. La valorizzazione di questa importante risorsa che per troppo tempo ha rappresentato un onere per le casse della Regione è contenuta in un Piano, un atto formale, in cui partendo dalla classificazione per tipologie degli immobili di nostra proprietà indichiamo delle possibili modalità di valorizzazione. E quindi, di volta in volta in base alle caratteristiche e alla tipologia, attraverso nuovi atti, si procede alla dismissione tramite aste, alla concessione a canone agevolato, alla permuta o al ricorso ad operazioni di finanza immobiliare. Solo per fare alcuni esempi concreti, abbiamo messo in vendita tramite aste on line con il Notariato due immobili di pregio nel centro di Roma; abbiamo fatto confluire in un fondo appositamente costituito da Invimitimmobili per un valore complessivo di 45 milioni di euro (il 70% in azioni del fondo e il 30% di liquidità); abbiamo delle permute in corso tramite l’Agenzia del Demanio per valorizzare dei palazzi storici. Sono molto legata anche al progetto delle case cantoniere ex Anas di proprietà regionale. Attraverso due bandi, uno per i comuni e uno per le associazioni, stiamo cercando di far rivivere e di restituire al territorio degli spazi rimasti inutilizzati per troppo tempo. Sono arrivate tante e belle proposte per l’assegnazione, a canone agevolato, intanto delle prime 38 case (quelle che si trovavano in un miglior stato) che ben presto diventeranno centri di aggregazione culturale giovanile, ostelli, residenze per anziani, centri socio-sanitari, laboratori artistici. Insomma, c’è stata una grande partecipazione da parte dei comuni e delle associazioni al nostro bando per un utilizzo sociale e culturale di questi spazi che rischiavano un ingiusto deperimento.