di Redazione
È stato presentato nei giorni scorsi a Roma, presso la Sala
del Refettorio di Palazzo San Macuto, il Rapporto di Avviso Pubblico “Lo
scioglimento dei Comuni per mafia. Analisi e proposte” a cura di Simona
Melorio, ricercatrice dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il
volume è edito da Altreconomia.
Sono intervenuti Roberto Montà, sindaco di Grugliasco (To)
nonché Presidente di Avviso Pubblico; Isaia Sales, docente presso l’Università
Suor Orsola Benincasa di Napoli; Simona Melorio, ricercatrice dell’Università
Suor Orsola Benincasa di Napoli e Nicola Morra, Presidente della Commissione
parlamentare antimafia.
Ha moderato l’incontro Paolo Borrometi, giornalista di
TV2000. “La legge sugli scioglimenti per mafia è nata per risanare la frattura
tra Amministrazione e cittadini, causata dalle infiltrazioni della criminalità
organizzata – ha spiegato Roberto Montà - L’obiettivo del Rapporto è analizzare
i cambiamenti che sono avvenuti dal 1991 ad oggi, accendere una discussione pubblica
su un adeguamento della normativa che non è più rinviabile, accompagnato dal
fornire agli Enti locali una serie di strumenti per prevenire e intervenire a
monte”.
“Il tema degli scioglimenti reiterati degli stessi Comuni è
legato a doppio filo alla fiducia che i cittadini ripongono nelle Istituzioni:
è lo Stato che deve dimostrare di essere più forte dei clan – ha evidenziato
Simona Melorio – Come dimostra di essere più forte? Offrendo risposte ai
cittadini. Laddove gli scioglimenti si ripetono più volte nel corso degli anni,
le Istituzioni non sono state in grado di far sentire la propria presenza, uno
spazio inevitabilmente occupato da altri”.
“La legge del 1991 è stata una legge importante, perché
aveva due obiettivi: garantire ai cittadini il diritto di votare liberamente,
impedire i condizionamenti dell’attività amministrativa – ha dichiarato Isaia
Sales – Oggi chi amministra deve sentire più vicine le Istituzioni: non abbiamo
bisogno che chi scopre di essere infiltrato venga punito, ma abbiamo bisogno
che venga aiutato ad espellere questi soggetti e questi interessi
dall’Amministrazione. La legge del 1991 è stata una legge necessaria, ma adesso
ha bisogno di ‘fare un tagliando’ ”.
“Se sciogliere un Ente locale vuol dire prendere atto di un
deficit di legalità e intervenire, sospendendo temporaneamente la democrazia,
gli scioglimenti ripetuti dimostrano che qualcosa nella normativa va
modificato. Per questo è mia intenzione proporre di creare una Commissione su
questa tematica – ha sottolineato Nicola Morra –. Non vanno taciuti i meriti
della legge naturalmente, che non va cancellata ma solo migliorata in alcuni
suoi aspetti. Penso, tra le altre cose al tema, della candidabilità di soggetti
che facevano parte di Amministrazioni poi sciolte per infiltrazioni mafiose”.
I principali numeri
Il numero di scioglimenti
delle amministrazioni locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e
condizionamento di tipo mafioso – fattispecie introdotta nel nostro ordinamento
nel 1991 – sono stati 328, a cui vanno aggiunti 187 decreti di proroga di
precedenti provvedimenti. Sono stati 278 gli Enti locali complessivamente
coinvolti in 27 anni. Sono 62 le amministrazioni locali che sono state colpite
da più di un decreto di scioglimento per infiltrazione e condizionamento della
criminalità organizzata. Di queste, 45 hanno subito due scioglimenti, mentre 17
ne hanno subiti ben tre.
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